LA QUOTIDIENNE

n° 4 - jeudi 8 juin 2000

************************************
SOMMAIRE
- Editorial
- L'anti-Babel, par Maurizio Mazzotti (Bologne)
- L'Ecole Une et la Rencontre, par Flory Kruger (Buenos Aires)
- Soutiens
- Au Palais aujourd'hui
______________________________________________________________________

EDITORIAL

La Cour etait feminine : trois magistrates, elegantes en robe noire.
Deux hommes parurent devant elles : sur de son art, le mince Maitre Levy
improvisa, fut reserve ; Maitre Charriere, de plus de prestance, rappela
qu'il avait jadis plaide victorieusement pour le droit moral de Jacques
Lacan. Le plaignant fut egal a lui-meme. A son habitude, le signataire
de ces lignes fut clair, et fit rire. - JAM
______________________________________________________________________

L'ANTI-BABEL
Reflexions sur la Declaration de l'Ecole Une

par Maurizio Mazzotti

Considerando l'insieme degli elementi fondamentali che vengono messi in
primo piano dalla Dichiarazione della Scuola Una, partirei da un testo
che ne ha anticipato non solo l'esistenza ma anche alcuni termini
essenziali, cioe l'intervento del DG all'Assemblea di Barcellona 98,
appena pubblicato in internet. In questo testo troviamo un elemento
particolarmente significativo dal punto di vista della situazione che ha
caratterizzato la nostra comunita italiana dell'AMP negli ultimi tempi,
visto dalla luce della prospettiva della Scuola Una.

E' il punto in cui il DG nomina la Scuola Una come l'anti-Babele, cioe
come cio' che si oppone, per contrasto, alla logica delle moleplicita
localiste che operano sulla base di relazioni di prossimita' tra simili
e soprattutto che praticano lingue diverse della psicoanalisi, elevando
a principio la Babele delle lingue, mentre, al contrario, la Scuola Una
si fonda su una medesima lingua comune della psicoanalisi, che consente
a ciascuno di partecipare alla Grande Conversazione, al movimento delle
elaborazioni particolari che si supportano pero' di una stessa lingua, e
questo perche' questa lingua comune e la lingua data da un unico
orientamento della psicoanalisi stessa.

Ebbene noi in Italia abbiamo fatto esperienza, cattiva esperienza direi,
dell'emergere, come fattore di crisi della nostra comunita', nel
dicembre scorso, di un discorso che elevava a principio associativo
l'ideale dell'arcipelago, appunto una Babele di posizioni e di lingue
separate tra di loro e legate, al piu', da interessi federativi. Era
questa Babele dell'arcipelago che ci veniva proposta come soluzione per
il nostro futuro, certamente non da chi era o poteva essere in sintonia
con l'idea della Scuola Una, che e piuttosto l'anti -Babele. Per la
comunita italiana quindi la dimensione della Scuola Una e' stata
sentita, in principio, come cio che ci ha guidati nel nostro opporci
alla prospettiva separatrice dell'arcipelago, della geografia del
molteplice monologo, antipodico alla conversazione nella lingua comune.

La Scuola come anti-Babele e, perlmomeno per me, il tratto che definisce
molto chiaramente il fondamento del suo essere Una, cioe una nella
lingua comune del suo stesso orientamento, senza il quale c'e l'Uno
dell'IPA, il *multiplo organizzato* come l'ha definito Jacques-Alain
Miller all'Assemblea di Barcellona, l'Uno dato non dalla lingua comune
ma dallo standard della burocrazia, con le sue regole rituali che tutti
devono fare proprie.

Non solo in quanto Una nella lingua comune dell'orientamento la Scuola
Una e' in se stessa senza frontiere, transnazionale e translinguistica,
e rispetto alla quale ogni Scuola radicata territorialmente e
linguisticamente ne diventa di fatto una sua sezione, un multiplo (cfr.
l'Allocuzione del DG) ma anche rispetto all'idea concettuale piu forte
che essa esprime, cioe la Scuola come esperienza soggettiva,
interpretabile come lo e' nel campo analitico ogni esperienza
soggettiva. L'importanza di questo punto chiave, che ha avuto un
rilancio notevole nell'intervento del DG a Torino, che ha elaborato una
vera e propria *teoria della Scuola*, e decisiva, nella misura in cui
spiega il fondamento per cui, come e detto nella Dichiarazione, la
Scuola Una e extime a ciascuno dei suoi membri, uno per uno (mentre
l'AMP e invece extime alle singole scuole, una per una). Per questo
versante la Scuola Una esprime una radicalizzazione del principio di cui
gia le singole scuole vivono, l'uno per uno, imprescindibile, conditio
*sine qua non* del radicamento analitico della comunita. Qui e in gioco
il rapporto di ciascuno, nella sua solitudine, come ci ha ricordato J.A.
Miller a Torino, con l'ideale, il fatto che sta a ciascuno misurare la
distanza che intercorre tra la *causa freudiana e la causa del suo
desiderio*, che spetta a ciascuno, nella sua solitudine, soggettivizzare
l'esperienza della Scuola, *adottarla come ideale*. Ma, appunto, quale
puo essere qui l'ideale della Scuola se non quello che puo essere messo
in esercizio attraverso la Grande Conversazione, cioe attraverso la
circolazione dell'esperienza particolare, soggettiva, che si supporta
pero di una medesima lingua comune, che fa si che la separazione
strutturale dell'uno per uno non viri nella Babele delle lingue, non
viri all'arcipelago, al molteplice monologo?

Il DG, nella sua Allocuzione del gennaio scorso, ha anche definito la
Scuola Una come la forma superiore della nostra *affectio societatis*,
dunque sappiamo che c'e' anche quest'altro versante della Scuola Una,
che entra in tensione con il versante che sottolinea la separatezza
delle particolarita dell'esperienza soggettiva. La Scuola Una e dunque
forma superiore dell'*affectio societatis* e contemporaneamente, anche
se su un registro diverso, soggettivizzazione particolare della sua
stessa esperienza, nella sua solitudine strutturale. Se in questa
tensione si gioca la scommessa della Scuola Una, sul filo del desiderio
di ciascuno - come dimostra appunto il principio, (straordinario nella
sua stessa portata analitica), che troviamo esposto nelle Disposizioni
Aggiunte, della dissoluzione automatica della Scuola Una ogni due anni,
perche ogni due anni la sua esistenza riprenda sulla base di un
effettivo desiderio, riprenda sul filo del desiderio che la fara'
esistere nella tensione impossibile di cui abbiamo detto -, se dunque la
scommessa si gioca li, come poterla giocare e vincere senza lo strumento
della Conversazione, senza il radicamento della lingua comune
dell'orientamento, senza l'uno che la rende l'esperienza stessa
dell'anti-Babele?
______________________________________________________________________

L'ECOLE UNE
VUE DE L'ORGANISATION DE LA RENCONTRE


par Flory Kruger

Podemos decir que la Comision de organizacion del proximo Congreso y
Encuentro es una instancia del Campo freudiano, que si bien tiene
destino de disolucion luego del mes de Julio, actualmente tiene toda su
vigencia y su fuerza de trabajo. Es por eso que quisiera decir algo
respecto de la Escuela Una desde este lugar, respondiendo a la
invitacion que JAM nos formula.

¿Que presencia tiene la Escuela Una en el interior de la organizacion?

Cuando la Comision comenzo su trabajo, la Escuela Una era una palabra
pronunciada en Brasil, por Miller que resignificada por el otro, dio
lugar a la conversacion, como forma de buscar un saber sobre ese
significante nuevo. Durante el ano 99, dedicamos varias noches de la EOL
a discutir, informarnos y finalmente inventar, acerca de esta idea. El
primer cambio al respecto lo constituyo la iniciativa de fundar la
Escuela Una en ocasion del II° Congreso de la AMP, en Buenos Aires.

Desde ese momento la tuvimos dentro de la organizacion, lo cual nos
desperto mucha expectativa, emocion, entusiasmo y porque no, cierto
protagonismo por que, en esta oportunidad, nos toca ser anfitriones. La
fundacion de la Escuela Una, transforma al II° Congreso de la AMP en
algo inaugural, fundacional, que marca un rumbo diferente en nuestro
camino.

Luego vino la Declaracion propuesta por Nepomiachi y acompanada por el
Consejo de la EOL. La puesta en forma comenzo, de este modo a hacerse
presente. La secuencia siguio en Paris, durante el mes de enero. La
propuesta de trabajo que se organizo durante la ultima semana del mes,
con su rasgo de internacionalizacion, fue representativa del espiritu de
la Escuela Una, aun, cuando todavia no se habia fundado. Si bien la AMP,
en su momento, se constituyo en un movimiento que fue de lo uno a lo
multiple, podriamos decir que la ultima semana de enero en Paris,
represento el movimiento inverso; las relaciones de proximidad que se
dieron en terminos de trabajo entre la ECF, la EOL y la EBP, asi lo
demostraron, algo de la *aspiracion a la unidad*, se hizo presente. El
Uno de la orientacion se manifesto entre nosotros, sin quedar por eso,
separado de lo multiple.

Miller ennumera una serie de pruebas que nos indican la cercania de la
Escuela Una, como una realidad concreta: la secuencia de los AE, en los
Encuentros internacionales, la nominacion de AE por carteles de
diferentes Escuelas, la confeccion del volumen del Encuentro donde se
reunen trabajos, a titulo personal, de miembros del Campo freudiano, la
propuesta de conversacion restringida propuesta por Indart, durante los
dias del Encuentro en Buenos Aires. y el florilegio clinico donde se
publican trabajos clinicos provenientes de 5 Escuelas.

Podemos sumar, desde la organizacion del XI° Encuentro, algunas cosas
mas a esta lista, por ejemplo, la inclusion de las 2 modalidades nuevas
de presentacion de trabajos, por un lado, la conversacion, puesta a
prueba en enero de este ano, en Paris, y por otro lado, los posters, que
tomamos como novedad de las ciencias duras, donde haremos la experiencia
del translinguismo, lo cual, sera toda una apuesta. Hay mas, pero lo que
resta lo dejo en la dimension del enigma, solo se develara en el acto de
su fundacion.

En conclusion, el Congreso de la AMP que, junto con el Encuentro
internacional, nos ha tocado el privilegio de su organizacion, sera el
albergue de la fundacion de la Escuela Una, fundacion que podemos pensar
como un acto inaugural, conclusivo, que se reconoce en sus antecedentes
historicos, y que interpreta una frontera y su atravesamiento. Es un
limite que se ordena y se dibuja sobre el fondo de las Escuelas y de la
AMP, cuyas intersecciones insinuadas, en algun punto, desarrolladas en
otros, pero tambien obstaculizadas, por la organizacion anterior,
encuentra en la Escuela Una, la forma potencialmente adecuada para
avanzar, no solo en el plano de una comunidad de trabajo, sino tambien,
en el de una comunidad de experiencia.

Buenos Aires, 18 de Mayo de 2000
______________________________________________________________________

SOUTIENS

*Je veux vous manifester notre soutien et confiance a l'AMP et son
delegue general, ce jeudi 8 juin a 13:30, pas en presence, mais nous y
serons en pensees. Et tout en reprenant le discours de Yasmine Grasser
et en y joignant le notre. Cordialement a vous.* - Gleuza Salomon
(Curitiba, Bresil)

***

*Le Groupe RSI vous remercie de votre incessant travail dans le maintien
et la defense de l'Ecole de Lacan. Nous vous assurons de notre
collaboration dans ce chemin innovateur qu'est l'edification de l'Ecole
Une.* - Reine-Marie Bergeron, Denise David (Montreal, Quebec)

***

*Sachez que l'ACF-Esterel Cote d'Azur, prevenue de la strategie
proceduriere qui vise l'AMP a travers votre personne, se compte
resolument a vos cotes dans cette epreuve qu'il faut a nouveau franchir.
Tres cordialement votre.* - Gilbert Jannot, Delegue Regional de
l'ACF-ECA, auquel se joignent Christine De Georges, Philippe De Georges,
Franck Rollier et Marc Sevilla, membres de l'ECF
______________________________________________________________________

AU PALAIS AUJOURD'HUI
Compte rendu

Mardi 8 juin 2000. 13h30. Palais de Justice. Tribunal de Grande
Instance. Premiere Chambre Supplementaire.

La Presidente du Tribunal ouvre l'audience par le rendu d'une serie de
jugements qui indique de quoi l'on traite dans cette Chambre : de
litiges qui opposent a la presse diverses personnalites du monde du
sport, du spectacle, et des affaires.

Puis elle invite Maitre Thierry Levy et Maitre Christian
Charriere-Bournazel qui representant, l'un Marie-Jean Sauret, l'autre,
Jacques-Alain Miller et l'AMP, a plaider l'affaire qui reunit dans cette
petite salle du Palais une soixantaine de personnes. Elle annonce
qu'elle entendra les clients des avocats si cela est utile a la
comprehension de l'enjeu. Ce qu'elle fera.

L'enjeu nous fait retrouver brutalement un passe, recent mais bien
revolu. Dans le cadre de ce Tribunal, il se resume en une plainte de
Maitre Th. Levy, portant sur le refus de publicite dont aurait fait
l'objet le texte de M.J. Sauret prononce lors de la Conference
institutionnelle du 14 juin 1998 a l'ECF, texte qui conduisit le delegue
general de l'AMP a publier sa reponse, sans ce texte, dans l'Annuaire de
l'AMP paru le 24 juillet 1998, a l'occasion du premier Congres de l'AMP
a Barcelone.

Les deux parties exposeront, chacune a leur façon, le deroulement des
faits et dresseront un tableau quelque peu different du contexte des
evenements et de leurs suites. Et l'on entendra, comme le veut la regle
du lieu, d'un cote la plainte et ses raisons, de l'autre leur
invalidation, non seulement en reference a des clauses juridiques
argumentees, mais aussi eu egard au fait que l'AMP est un lieu de
parole, d'echanges, de debat ouvert, de publications multiples des
textes.

La Presidente du Tribunal resserrera ses questions adressees a M.J.
Sauret et JAM afin de cerner la faute incriminee, les conviant a
s'exprimer puisque, ajouta-t-elle, *... la parole est curative*. Tous
les details necessaires seront apportes.

Au-dela des termes juridiques de la plainte et du sort que ce tribunal
lui reservera - le jugement sera rendu le 6 juillet 2000 -, furent mis
en lumiere et en tension le sentiment d'avoir ete *baillonne* d'une
part, et d'autre part la volonte affirmee de l'echange clair des points
de vue, de l'expression assumee de desaccords. Le manque de democratie
pour M.J. Sauret, la Conversation pour JAM et l'AMP.

La ou Maitre Levy invoqua etrangement un esprit procedurier qui
regnerait dans l'AMP, Maitre Charriere-Bournazel repondit par une phrase
qui portait avec elle sa verite : *La Conversation n'est pas un proces.*
- Catherine Lazarus-Matet.
______________________________________________________________________

IMPRESSIONS D'AUDIENCE

Le talent d'une Presidente

L'affaire *Sauret contre AMP* a ete plaidee cet apres-midi. Maitre
Thierry Levy defendait M.J. Sauret, Maitre Christian Charriere-Bournazel
J.A. Miller. *L'affaire n'est pas insignifiante*, dit Maitre Levry ;
*elle est derisoire, mais signifiante*, repondit Maitre Charriere. La
Presidente voulut entendre les deux parties. Aussi, tour a tour, M.
Sauret et M. Miller furent invites a dialoguer avec la magistrate, dont
l'assistance put apprecier le talent : pressant M.J. Sauret de
questions, elle lui fit preciser la nature de sa *douleur morale* ;
coupant les envolees de J.A. Miller, elle obtint de lui l'hommage d'un
*Witz*. - Nicolas Francion

***

Le gout du Palais

Nous sommes nombreux et debout. C'est une petite salle. Je vois surtout
des visages amis. L'avocat de l'AMP, present des le debut d'audience,
s'entretient avec ses clients. L'avocat adverse se plonge dans *Le
Monde*. Son client ne le rejoint qu'au tout dernier moment. Sa
plaidoirie est terne, mais il est toujours difficile d'entendre des
points de vue si eloignes de ce qui, pour nous, a eu lieu. L'autre
plaidoirie est animee, tout en restant mesuree ; elle remet *le monde* a
l'endroit pour nous.

La Presidente a fait clairement entendre des le depart qu'elle souhaite
entendre les deux parties. Elle les entendra apres les plaidoiries. Elle
aura un echantillon du style de chacun. Quelque chose du debat de cette
matinee du 14 juin 1998 vient aupres de nous. On lui fait de la place.
L'esprit de la Grande Conversation s'est eveille un moment. Sera-t-il
palpable pour le tribunal ? Ce n'est pas impossible. - Eric Laurent

***

Le proverbe

Quelqu'un a la sortie citait le proverbe qui etait venu a K. Lansse lors
de l'audience : *Quand la cause est tordue, l'avocat n'a pas de
manches.* - Perfecto Becassin

***

Que peut la justice ?

*Une affaire derisoire.* Voila bien une parole d'avocat, et qui montre
qu'au fond, la justice ne peut pas grand-chose pour la psychanalyse.
Rendons tout de meme hommage a cette audience qui permit a Sauret de
dire l'acuite d'une *douleur morale* que seul le Tribunal pouvait
soulager, et a JAM de transmettre son profond attachement pour cette
sorte d'enfant terrible que reste la psychanalyse. - Bernard Cremniter

***

Par trois fois il dit...

J'ai note que, par trois fois, Marie-Jean Sauret affirma a la Presidente
du Tribunal que non, il n'y avait pas le nom de Jacques-Alain Miller
dans son texte. Avait-il oublie ? Pensait-il que les juges ne lisent pas
les textes ? Il le citait bel et bien, et pour avoir parle de
l'*affectio societatis*. Il le citait, mais visiblement, il ne l'avait
pas entendu. - Carole Dewambrechies-La Sagna

***

Content, contente

Je suis sortie joyeuse de cette audience. Voici l'AMP debarrassee de
cette glu ! Pour M.J. Sauret, l'Annuaire, s'il etait tombe entre les
mains d'analysants potentiels, lui aurait coute des patients : c'etait
en somme a ses yeux un bottin professionnel. Quel malentendu !
L'Annuaire n'est pas cela, il est reserve aux membres, il est un des
instruments de la Conversation permanente entre eux. M.J. Sauret n'est
plus dans l'Annuaire : il en est content, a-t-il dit. Eh bien, moi
aussi. - Judith Miller

***

Il y a parler et parler

Nous sommes habitues a la pratique de la Conversation. Qu'est-ce que la
Conversation ? C'est parler, se livrer a la dialectique collective des
opinions. On parle aussi au Tribunal, mais la parole y est autre, car la
structure du discours est autre. Le droit peut-il admettre les libertes
de la Conversation entre les membres d'une Association ? Tel etait, a
mon avis, l'un des enjeux de l'audience de cet apres-midi.

La justice aura a considerer s'il etait pour l'AMP recevable de publier
dans son Annuaire un texte qui temoignait de la passion de J.A. Miller,
celle qu'il a pu mettre a defendre la conception que nous avons de
l'avenir de la psychanalyse.

Aurait-il du le dire a mots feutres ? Des lors qu'il n'y a pas
diffamation, en quoi le droit aurait-il un droit de regard sur le style
d'une personne ? - Dominique Miller

***

Au jeu du furet

Ou etait la faute ? Comme au jeu du furet, elle n'etait pas ici, elle
n'etait pas la non plus. Ce n'etait pas une diffamation, il n'y avait
pas d'irregularite statutaire. Il fallut pourtant nommer la chose :
*baillonnement* fut le terme retenu par l'avocat du plaignant. L'avocat
de l'AMP n'eut qu'a lire des extraits des mails que le plaignant diffusa
en toute impunite sur les listes electroniques de l'AMP AVANT la
parution de l'Annuaire comme APRÈS. - Yasmine Grasser

***

A chacun son style

La Presidente tenait visiblement a entendre les parties prenantes de
l'affaire s'exprimer elles-memes. M.J. Sauret plaida sa bonne foi.

- La Presidente : *Croyez-vous vraiment qu'il eut fallu avoir recours
aux tribunaux pour ça ?*

- M.J. Sauret : *Je suis psychanalyste, mais aussi citoyen, et je pense
que les psychanalystes sont aussi des citoyens.*

Ces fortes paroles laisserent froide l'assistance qui s'ecrasait dans la
petite salle de la 1ere Chambre supplementaire, consacree aux affaires
de presse.

J.A. Miller insista sur le fait qu'il n'avait baillonne personne.

- *Mais enfin, vous etes autoritaire*, lui dit la Presidente.

- J.A. Miller : *Mais, Madame la Presidente, vous etes autoritaire, et
vous ne me baillonnez pas pour autant !*

Les rires fuserent dans la salle. La Cour daigna sourire. Ce fut le mot
de la fin.

Il est vrai que les impressions d'audience ne font pas le jugement,
disent les professionnels.

Dominique Laurent

***

La petite lumiere

Alors que l'on avait glose a plaisir a l'audience sur le *jargon
lacanien*, je suis content d'avoir eu l'occasion d'exposer a la Cour, de
vive voix, la notion du *point de capiton*. Je vis que j'etais entendu,
a la petite lumiere qui s'alluma dans les yeux des trois juges. Lacan
etait la, dans cette lumiere, ce regard. - Jacques-Alain Miller
______________________________________________________________________

A paraitre : M. Bassols, *Intervention sur l'Ecole* ; M.H. Brousse,
*L'Ecole Une et l'EEP-Developpement* ; M. de Francisco, *L'ELP et
l'Ecole Une* ; Y. Grasser, *Lettre* ; J.A. Miller, *Intervention sur le
mutualisme* ; P. Theves, *Tendance-Une* ; D. Vallet, *L'Ecole Une, du
nouveau a inventer*
______________________________________________________________________

LA QUOTIDIENNE
Lettre d'information de l'AMP
publiee a Paris
***
Adresser les textes de la maniere suivante :
objet : LQ (suivi du titre)
adresse : jam@easynet.fr
textes attaches en RTF uniquement
***
Responsable de la publication :
le delegue general
************************************